Analisi Ecologica

del Diritto

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«La crescita economica libera la società dalla pressione della natura, che esigeva la lotta immediata per la sopravvivenza. Oggi, però, è con questa liberazione che dobbiamo fare i conti, se non vogliamo che lo faccia per noi la natura, escludendoci dalla sopravvivenza» [Guy-Ernest Debord]

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Sei laboratori universitari di ricerca, coordinati da Michele Carducci 

e promossi con il Centro di Ricerca Euro Americano sulle Politiche Costituzionali (Cedeuam) dell’Università del Salento (Italia) insieme al Nucleo di ricerca Constinter della FURB (Brasile) e alla Facultad  de Jurisprudencia, Ciencias sociales y Políticas de Guayaquil (Ecuador), per discutere i metodi di studio delle relazioni e interferenze tra regole giuridiche e regole di funzionamento del sistema naturale terrestre nell’emergenza climatica e ambientale [leggi qui].

Il progetto realizza i risultati di discussione e ricerca promossi con la Prof.ssa Dr.a Gina Pompeu di  UniFor del Brasile, grazie all’Institute of International Education.

Nella comunicazione, il progetto si riconosce nel principio di scongiurare la c.d. «ingiustizia linguistica»  (cfr. Linguistic Injustice in Academia).

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L’analisi ecologica del diritto non identifica un nuovo paradigma ermeneutico, assiologico o utilitaristico, bensì un nuovo programma di ricerca quali-quantitativo nello studio del diritto, soprattutto dopo che l’Accordo di Parigi del 2015 sul clima ha riconosciuto legittimità alle valutazioni cosiddette «non di mercato» delle politiche climatiche (con l’art. 6.8), e dopo che è stato introdotto l’indice di sviluppo umano corretto con le pressioni planetarie (PHDI).  Essa fa tesoro anche dei risultati della «Gulbenkian Commission on the Restructuring of the Social Sciences» e della Legal Epidemiology, ispirandosi altresì alla teoria dei sistemi socio-ecologici adattivi complessi (CASES), alla gestione accoppiata dei sistemi umani e naturali (CHANS) e al modello cosiddetto  «Human and Nature Dynamics» (HANDY) e «panarchico».

Questo programma parte dalla constatazione della condizione  «bad-to-worst» del futuro della presenza umana nel sistema Terra (si v. L. Kemp et al., Finale di partita sul clima, 2022, e C.E. Richards et al., Re-framing the threat of global warming) e si fonda su cinque pilastri:

(1) conoscenza del sistema climatico e delle fondamentali leggi della termodinamica e della biofisica, che presidiano tutte le sue sfere di funzionamento, a partire dal principio di inerzia; (2) confronto, dialogo e interazione con le scienze naturali e del sistema Terra, nella prospettiva della «consilienza» auspicata da Edward O. Wilson; (3) qualificazione della realtà naturale non in termini strumentali ai soli interessi umani, ma in termini di  preservazione dei cicli di mantenimento di tutte le forme di vita, inclusa quella umana, all’ interno delle soglie di non ribaltamento, abitabilità e vivibilità del pianeta («Tipping Points» e «Planetary Boundaries»); (4) considerazione del carattere inedito dell’emergenza climatica e ambientale, nei suoi vettori determinanti; (5) valutazione dell’efficacia delle regole giuridiche con riguardo sia ai loro effetti sulle aspettative umane, come già dispone l’analisi economica del diritto con il suo postulato dell’efficienza, sia ai processi generati sul sistema climatico, in termini di eMergia ed eXergia che condizionano le inerzie dell’emergenza.

In questo quadro, il diritto, da risposta «efficiente» su singoli rischi (come considerato dall’ analisi economica del diritto e dal Behavioral Approach to Law), si trasforma in risposta «adeguata» (ovvero resiliente) alle leggi di natura, nella prospettiva dell’obiettivo dell’ art. 2 UNFCCC, a partire dal principio di inerzia.

I principali  quadri teorici dell’analisi ecologica del diritto sono offerti, in particolare, dagli studi di Sergej Podolinskij, Frederick Soddy, Nikola Tesla, Georgii Frantsevich Gause, Arthur Stanley Eddington, Silvio Gesell, Joseph Schumpeter, Joan Robinson, Karl Polanyi, Leslie White, Karl William Kapp, Slavcho Zagorov, Barry Commoner, Jay M. Forrester, Nicholas Georgescu-Roegen, Norbert Elias, Niklas Luhmann, Umberto Cerroni, Bruno de Finetti, Ota Weinberger, Imre Lakatos,  Edward Norton Lorenz, Crawford Stanley Holling, Manfred Max-Neef, Eugene P. Odum, Howard T. Odum, Vladimir Ivanovič Vernadskij, Philip Warren Anderson, Robert U. Ayres, Hans Jonas, Hans Immler, Will Steffen, Enrique Leff, Steve Keen, Michael Thomson, Philippa Foot, Timothy M. Lenton.

Le applicazioni pratiche sono realizzate con il ricorso alle seguenti fonti di analisi e utilizzo dati: UN IRP Global Material Flows Database; Material Flow Analysis PortalThe Human Impacts Database; UNRISD User Manual for the Sustainable Development Performance Indicators; Sustainable Development Index; Climate Watch; 1,5°C National Path Explorer; Living Planet Index; Global Tipping Points; Planet Health Check; System Dynamics Society.

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I laboratori sono aperti tutto l’anno e sono rivolti prevalentemente a Dottorandi e Post-Doc di qualsiasi disciplina, interessati ai temi.

 I programmi dei singoli laboratori sono scaricabili da questa pagina, in basso. Le call periodiche di discussione sono aggiornate nell’apposito link.

Per informazioni e prenotazioni dei laboratori prescelti, è sufficiente compilare la scheda sottostante. 

Sei laboratori permanenti di discussione e orientamento alla ricerca

Laboratori permanenti di ricerca scientifica

1) Il problema della costruzione di una lingua comune tra diritto e scienze del sistema Terra [leggi qui]

2) L’analisi economica del diritto e i suoi limiti [leggi qui] 

 3) Le critiche giuridiche, economiche ed ecologiche al diritto contemporaneo [leggi qui] 

Laboratori permanenti di orientamento scientifico

4) Le ragioni dell’analisi ecologica del diritto nell’emergenza climatica e ambientale [leggi qui]

5) I metodi dell’analisi ecologica del diritto [leggi qui] 

6) I determinanti costituzionali dell’economia e della natura [leggi qui